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Introdotta in Italia la "Riproduzione Selezionata"

 

Il Consiglio Direttivo dell’ENCI ha recentemente approvato, su proposta della Commissione Tecnica Centrale, la definitiva introduzione in Italia della Riproduzione Selezionata. Il provvedimento, che al momento ha destato un’eco assai ridotta tra i cinofili e gli allevatori, rappresenta, in realtà, una svolta epocale nell’allevamento italiano del cane di razza. Proviamo a fare insieme un passo indietro per rendere maggiormente comprensibile la portata dell’evento.La cinofilia ufficiale, strutturata in Kennel Clubs nazionali, nasce in diversi stati europei verso la seconda metà dell’ottocento con la finalità di registrare, e quindi certificare, la genealogia dei cani allevati. In sostanza ci si rende conto che la prima informazione necessaria per poter allevare dei cani di razza è la conoscenza dei loro genitori e, possibilmente, dei loro antenati. Si tratta di un primo fondamentale passo che, attraverso l’istituzione di libri genealogici in numerosi stati europei, segna l’inizio della moderna cinofilia. La conoscenza di questo primo fondamentale dato ha consentito agli allevatori di realizzare, nel corso del ‘900, un grande progresso nella selezione del cane di razza. Ben presto ci si è resi conto che, in cinofilia, non ci potevano essere barriere nazionali. Per tale motivo nacque la FCI, Federazione Cinologica Internazionale, con la funzione di garantire il mutuo riconoscimento dei certificati di iscrizione ai libri genealogici degli stati membri. In tal modo la cinofilia è realmente diventata il fenomeno mondiale che viviamo attualmente.
Non appena varato un efficiente controllo della genealogia su scala nazionale e mondiale, i cinofili si sono resi conto che non era sufficiente conoscere la genealogica dei cani da impiegare in allevamento. Per migliorare la qualità dei soggetti allevati era necessario avere anche delle indicazioni sulla qualità dei riproduttori impiegati. Nasce così l’esigenza di individuare dei “Campioni”, ossia dei prototipi della razza da impiegare massicciamente in allevamento per migliorare la popolazione e, soprattutto, da utilizzare come modelli per tutti gli allevatori. In tutti gli stati aderenti alla FCI vengono istituiti titoli di Campione di Bellezza e di Lavoro e la stessa FCI istituisce un titolo di Campione Internazionale di Bellezza e uno di Lavoro, riconosciuto da tutti i paesi aderenti e, pertanto, riportato su tutti i certificati genealogici.L’istituzione dei titoli di Campione si rivela un passo fondamentale per il miglioramento dell’allevamento ma rivela ben presto un evidente punto debole: la vistosa sproporzione esistente tra il numero di soggetti allevati ogni anno in ciascuna razza e l’esiguo numero di soggetti proclamati Campioni. E’ ovvio che la presenza di pochi “prototipi” è fondamentale per consentire agli allevatori di avere dei modelli cui tendere con i loro prodotti, ma è altrettanto vero che questi pochi Campioni hanno, sotto il profilo genetico, un’incidenza troppo bassa sul gran numero di soggetti che appartengono alla popolazione di ciascuna razza. La soluzione di tale fondamentale problema ha impegnato i Kennel Club europei per tutta la seconda metà del secolo scorso ed è, ancora oggi, il tema più dibattuto della moderna cinofilia.Nei paesi di lingua francese la soluzione è stata ricercata introducendo una verifica, chiamata confirmation, cui ciascun soggetto deve essere sottoposto prima della sua iscrizione definitiva al libro genealogico. In pratica, prima di ottenere l’iscrizione, e quindi prima di riprodurre, ogni soggetto di cui si chiede sia iscritto ai libri genealogici deve essere controllato da un giudice che attesti la sua rispondenza ai canoni della razza cui appartiene.Un tale sistema, apparentemente molto efficiente, ha però un insormontabile difetto: dato che solamente un numero esiguo di soggetti viene portato alla confirmation per essere iscritto ai libri, in poco tempo si perdono completamente i dati relativi ad un gran numero di soggetti che, tuttavia, continua ad essere impiegato in riproduzione, producendo, però, soggetti che non possono più essere iscritti nei libri genealogici. Si rischia, in tal modo, di perdere ogni informazione su di un grande numero di cani tra i quali ci potrebbero anche essere soggetti portatori di qualità utili in allevamento. Non si dimentichi che, specie nelle razze poco numerose, uno degli aspetti più importanti dei quali l’allevamento deve tenere conto è la variabilità genetica, ossia l’impiego del più alto numero possibile di riproduttori non parenti, per limitare gli effetti indesiderati della consanguineità. Appare evidente come il sistema di non iscrivere tutti i soggetti non verificati sia estremamente pericoloso proprio sotto questo profilo, ossia di ridurre il bacino dei riproduttori che l’allevatore può utilizzare, e conseguentemente la variabilità genetica della popolazione.Un metodo assai più ingegnoso, invece, è stato introdotto nei paesi di lingua tedesca, essenzialmente per le razze tedesche, a partire proprio dal Pastore Tedesco, per seguire con il Dobermann ed il Boxer. Si tratta di sottoporre ad una verifica sia morfologica che attitudinale e sanitaria i riproduttori. In sostanza, senza escludere dalla riproduzione, e quindi dall’iscrizione ai libri genealogici, i soggetti nati da genitori non controllati, ci si limita a sottoporre ad una attenta verifica un grande numero di riproduttori, destinati ad avere un’incidenza anche percentuale assai rilevante sull’intera popolazione della razza.

Il sistema è molto efficace in quanto introduce un terzo livello di controllo dei soggetti: a metà tra il livello di base, ossia il semplice controllo genealogico, ed il livello di eccellenza, ossia i Campioni, si introduce un livello medio, di facile accesso per gli allevatori e di grande incidenza numerica.

Questo genere di prove viene individuato sotto la denominazione di prova di allevamento (ZTP) o prova di selezione, ed è da molti anni la base dell’allevamento in tutto il mondo delle più diffuse razze da utilità tedesche.

L’ENCI, traendo il meglio dall’esperienza europea dello scorso secolo, ha introdotto un sistema ancora più avanzato che, da quest’anno, pone il sistema italiano ai vertici della cinofilia europea. In sostanza, da oggi in Italia nel libro genealogico non vi è un solo registro dei riproduttori, ma ve ne sono due: quello dei riproduttori ordinari e quello dei riproduttori selezionati. Un cane nato da due genitori iscritti ha automaticamente il diritto ad essere iscritto al libro genealogico, garantendo così agli allevatori la possibilità di non perdere nessuna informazione sul suo patrimonio genetico.

In un secondo tempo qualsiasi soggetto, che sia iscritto al libro genealogico, può essere sottoposto ad una verifica zootecnica, ossia ad una prova di allevamento che ne certifichi le caratteristiche morfologiche, attitudinarie e sanitarie. In tal modo acquista il diritto ad essere inserito nel registro dei riproduttori selezionati.

I cuccioli nati da due genitori entrambi iscritti al registro dei riproduttori selezionati avranno un pedigree, ossia un certificato di iscrizione al libro, leggermente diverso: sulla copertina sarà riportato un ologramma che ne attesta la qualità controllata ed all’interno, accanto al nome dell’allevatore, vi sarà la dicitura: soggetto nato da riproduttori selezionati.

In pratica i soggetti che aspirano all’inserimento nel registro dei riproduttori selezionati, dovranno essere identificati mediante microchip e contestuale prelievo del DNA, onde escludere qualsiasi errore o contraffazione relativo alla loro identità. Dovranno altresì essere controllati onde escludere la presenza di patologie di origine genetica trasmissibili alla prole ed aventi incidenza rilevante nella loro razza. Infine saranno verificate le loro caratteristiche caratteriali ed attitudinali e la loro rispondenza, sotto il profilo morfologico, ai dettami previsti dallo standard di razza.

Si tratta di un procedimento di breve durata, che si può realizzare in un tempo relativamente breve, e che coinvolge un numero di soggetti estremamente più ampio di quelli che, invece, potranno aspirare al titolo di Campione.

In tal modo in Italia è stato introdotto un triplice livello di controllo dell’allevamento: un primo livello, rappresentato dalla genealogica del soggetto, si realizza con il rilascio del certificato di iscrizione al libro genealogico. Un secondo livello, che coinvolge la salute, le qualità attitudinali e la rispondenza del soggetto allo standard, si attua mediante la prova di selezione e la conseguente iscrizione del soggetto al registro dei riproduttori selezionati. Un terzo livello, che già conosciamo, si realizza con la proclamazione dei Campioni di Bellezza o di Lavoro. Tale terzo livello rimane invariato in quanto rappresenta l’eccellenza del nostro allevamento e l’obbiettivo cui devono tendere tutti gli allevatori.

L’ENCI si proietta, con tali innovazioni tecniche, ai vertici della cinofilia mondiale. La prossima novità, alla quale stiamo già lavorando, sarà rappresentata dalla informatizzazione avanzata di tutti i dati dei libri genealogici per consentire agli allevatori di fruire on line di tutti i dati relativi alla riproduzione selezionata. Quest’ultima innovazione sarà fondamentale perché l’allevamento possa beneficiare al massimo, ed a livello capillare, delle innovazioni introdotte a livello regolamentare.

Per meglio aggiornare gli allevatori, razza per razza, dell’evoluzione della riproduzione selezionata e delle importanti innovazioni in corso di introduzione in Italia, nasce con questo numero una rubrica intitolata proprio “Riproduzione selezionata” attraverso la quale la redazione de “I Nostri Cani” vuole divulgare il più possibile l’argomento più importante della cinofilia del nostro secolo.

 

Clemente Grosso

Articolo tratto da "I nostri Cani", rivista ufficiale dell'ENCI , del mese di maggio 2005