B o x e r

 d e g l i

S c a r r o n z o n i

 

LE MALATTIE INFETTIVE

 

 

Le malattie infettive possono essere sostenute, oltre che dai batteri, anche dai virus i quali si considerano come agenti non viventi.

I caratteri che differenziano i virus dalle altre forme viventi sono i seguenti:

1) la particella virale matura possiede un unico tipo di acido nucleico DNA o RNA  mentre i batteri li possiedono  entrambi.

2) 1i virus sono incapaci di crescere

3) i virus generalmente utilizzano i ribosomi delle cellule ospiti.

La classificazione di questi agenti viene fatta in base alle caratteristica di possedere un determinato acido nucleico, per cui si parla di virus DNA e virus RNA.  Sia fra i virus DNA che fra quelli RNA  abbiamo numerose famiglie. Le dimensioni di questi piccoli elementi si esprimono in manometri (nm), un'unita di misura corrispondente a 0.001 micrometri, il che puo' rendere l'idea delle dimensioni di questi agenti infettanti.

La difficolta' di curare le virosi con mezzi medicamentosi ha sollecitato e sollecita sussidi di prevenzione e di cura, facendo appello alla sierologia e alla vaccinazione di piu' logica efficacia.

In commercio esistono vaccini contro il cimurro propriamente detto, contro l'epatite infettiva e bivalenti per le due malattie associate che vengono utilizzati regolarmente dai veterinari.

Non si puo' pero' purtroppo affermare che i mezzi biologici abbiano un potere immunitario assoluto. Gli eventuali insuccessi si spiegano forse per il fatto della variabilita'  dei ceppi di virus dall'uno all'altro focolaio infettivo, quindi il vaccino preparato con un dato ceppo di virus non ha efficacia se impiegato per malati affetti da forme di virus diverso o di diverso ceppo, mentre la confusione fra le malattie del gruppo virale e' facile per le analogie cliniche da esse presentate.

Quando la malattia insorge in seguito alla vaccinazione puo' darsi che cio' accada per il fatto che al momento della vaccinazione il vaccinato era gia' infetto dalla malattia allo stato di latenza e di incubazione. Puo' darsi pure che il vaccino non sia in grado,certe volte, per ragioni incontrollabili, di conferire una immunita' duratura e permanente.

 

 

IL CIMURRO

 

E' una malattia infettiva contagiosa che colpisce i cani in giovane eta'.

E' specifica del cane e assume decorso acuto, e' caratterizzata da fenomeni catarrali alle mucose , da febbre, da disturbi gastro-intestinali di varia gravita', spesso da manifestazioni polmonari, nervose ed esentematiche (cutanee).

Il cimurro e' dovuto essenzialmente ad un virus ultramicroscopico o invisibile che penetrato nel corpo, si moltiplica e vi si diffonde presto largamente.

Porta il nome di "Virus di Carre' " dal quale fu descritto nel 1905 e del quale conserva il nome.

A questo si aggiungono germi secondari che sono la causa dell'aggravarsi dell'infezione cimurrosa e della maggior parte dei decessi.

Questi germi hanno quindi molta importanza sul decorso della malattia e sullo sviluppo del quadro clinico e hanno un'influenza cosi' grande che spesso in pratica si parla di cimurro quando compaiono le complicanze determinate in realta' dai germi secondari, mentre la malattia originaria puo' assumere un decorso benigno con scarsa febbre e catarro.

La trasmissione della malattia da un animale all'altro avviene sempre per contagio, diretto o indiretto, con animali infetti. Il contagio e' molto sottile e insinuante e si diffonde con estrema facilita' fra giovani cani.

Qundi la prima cosa da fare in caso di identificazione di un soggetto malato e' quella di isolarlo ed evitare assolutamente il suo contatto con cani sani .

I cuccioli molto giovani di alcune settimane di vita se ne ammalano solo eccezionalmente: piu' esposti all'infezione sono invece i cani di eta' che varia da alcuni mesi a un anno.

Dopo questo periodo la sensibilita' alla malattia va gradatamente diminuendo, in modo che negli animali di eta' superiore a tre anni l'infezione e' veramente molto rara.

In generale a favorire l'infezione concorrono tutti i fattori capaci di scemare la naturale resistenza dell'organismo (raffreddamento del corpo, scarso sviluppo, disturbi digestivi, alimentazione inadatta e irrazionale).

I cani guariti dal cimurro restano immuni per tutta la vita : cio' vuol dire che questa malattia si prende una  sola volta.

Comunque va detto che  al giorno d'oggi il cimurro e' una malattia piuttosto rara, in considerazione anche del fatto che   i cuccioli vengono vaccinati all'eta' di circa 70 giorni.

 

 

EPATITE VIRALE INFETTIVA

 

E' una malattia altamente contagiosa  causata da un "adenovirus"  ma i suoi sintomi si confondono con quelli del cimurro e spesso le due malattie evolvono insieme.

Anche per questa malattia il rischio di contrazione e' notevolmente ridotto grazie alle vaccinazioni preventive che vengono effettuate nei cuccioli all'eta' di circa 9 settimane e  ripetute annualmente.

 

 

HERPESVIRUS

 

Identificata solo di recente, questa infezione provoca una grave malattia e la morte solo nei cuccioli molto giovani, le infezioni nei cani che hanno diverse setimane di eta' sono generalmente lievi o inapparenti.

Il virus non sembra diffondersi per via aerogena ma molto piu' probabilmente per contatto diretto fra cani infetti e cani recettivi. Sembra che i feti si possano infettare in utero o molto piu' probabilmente durante il passaggio nel canale del parto della cagna se essa e' stata recentemente esposta al virus.

Puo' essere trasmesso manualmente toccando cani infetti e poi cani recettivi oppure attraverso rapporto sessuale.

Un fattore importante nella patogenesi della malattia sembra sia da ritrovarsi nella incapacita' dei cuccioli di regolare la temperatura corporea infatti e' stato notato che innalzando sperimentalmente la temperatura a 39°C. si e' avuta una trasformazione della malattia da altamente mortale a leggera o modesta.

Nei cani adulti gli unici sintomi sono dati da una modesta rinite e da una leggera tracheite.

Purtroppo le cure sono inefficaci comunque fortunatamente l'incidenza di tale malattia non e' molto alta.

 

 

PARVOVIRUS

 

E' l'agente causale della PARVOVIROSI . Tale forma morbosa puo' colpire animali di tutte le eta' ma si presenta in forma particolarmente grave nei cuccioli o nei cani defedati (cioe' con organismo in grave stato di deperimento) o molto vecchi.

In questa malattia si possono distinguere due forme: quella ENTEICA e quella CARDIACA.

Nella forma gastroENTERICA i sintomi sono caratterizzati, dopo un certo periodo di incubazione che varia da 3 a 10 giorni, da abbattimento improvviso, vomito e ipetermia. Inizialmente si ha assenza di defecazione, addome dolente, in seguito compare diarrea con feci molli, liquide e emorragiche. Nei casi gravi e' evidente una forte disidratazione. Il decorso della malattia varia dai 2 ai 5 giorni entro i quali il cane puo' superare questa forma oppure andare incontro ad un grave stato di shock e quindi alla morte. La mortalita' varia dal 10 al 70%  nei cuccioli ed e' nettamente influenzata dalla terapia.

La  forma CARDIACA piuttosto rara, colpisce i cuccioli nelle prime settimane di vita in forma iperacuta, acuta e subacuta.

Nella forma iperacuta, dopo un peiodo di incubazione di 5/10 giorni il cucciolo presenta abbattimento, inappetenza e morte improvvisa. Nella forma acuta, che colpisce animali di 4 settimane di vita si ha insufficienza cardiorespiratoria, quindi edema polmonare e morte.

 La forma subacuta si presenta in cuccioli di 8 settimane, nei quali si osserva facile affaticabilita', ascite e disturbi del ritmo cardiaco. La mortalita in questa forma cardiaca varia dal 70 all'80%.

La forma cardiaca e' infausta, la forma gastroenterica, pur risultando molto grave, puo' comunque essere influenzata dalla terapia.

Il vaccino comunque al giorno d'oggi e' efficace nella stragrande maggioranza dei casi.

 

 

CORONAVIRUS

 

I primi sintomi della gastro-enterite sono caratterizzati da mancanza di appetito, seguita rapidamente dalla comparsa di scariche diarroiche di colore arancione e di odore fetido con presenza di muco e sangue; inoltre in alcuni casi si ha vomito con tracce di sangue.

Di solito i cani guariscono spontaneamente nell'arco di 7/10 giorni; nei casi complicati dopo un periodo di 1/3 settimane di apparente guarigione possono riapparire i sintomi caratterizzati da fenomeni convulsivi e diarrea che persiste per 3/4 settimane fino a portare alla morte dell'animale.

La malattia si trasmette facilmente per contatto da cani infetti a cani sani. Gli interventi terapeutici devono essere sempre indirizzati a controllare la diarrea, il vomito e nella sommministrazione di liquidi per via parenterale per combattere la disidratazione, specialmente evidente nei cani cuccioli.

 

 

LA RABBIA

 

La rabbia detta anche IDROFOBIA e' una malattia infettiva, contagiosa dovuta ad un virus specifico che da luogo a perturbamenti psichici, irritativi ed infine paralitici seguiti da morte.

E' nota fin dai tempi di Aristotele (IV secolo A.C.).

E' la piu' terribile infezione del cane e si puo' trasmettere anche agli altri mammiferi, compreso l'uomo. E' per questo che e' molto temuta: sia perche' finisce sempre con la morte , sia perche si chiude con un quadro clinico spaventoso.

Comune a tutti i mammiferi, la rabbia si osserva con maggior frequenza nei carnivori selvatici (lupi, volpi) e nei domestici cioe' nei gatti e nei cani ai quali spetta il triste privilegio di perpetuarla attraverso i tempi.

La rabbia e' dovuta ad un virus che ha la forma di un proiettile che, penetrato nel corpo, si localizza soprattutto nei centri nervosi e nella saliva.

Il passaggio di questo germe da un organismo all'altro e quindi la trasmissione della malattia da da un animale all'altro o all'uomo, si ha sempre ed esclusivamente per contagio il quale per verificarsi, richiede come condizione indispensabile l'inoculazione di saliva virulenta cioe' saliva appartenente ad un soggetto idrofobo.

In pratica questa inoculazione avviene generalmente per morsicatura fatta da un animale idrofobo, ma anche il semplice contatto di saliva infetta con una ferita o qualunque altra superficie scoperta del corpo, anche se minima, puo' bastare ad assicurare il contagio.  La storia della medicina contempla ad esempio dei casi di rabbia dell'uomo verificatisi in seguito alla deplorevole abitudine di farsi leccare le piaghe da qualche cane, col pretesto di facilitarne la guarigione. Casi simili si possono citare anche per gli animali.

Una caratteristica affatto particolare della rabbia e' il lungo periodo di incubazione o di latenza di essa.

Per incubazione si intende il tempo che intercorre tra l'avvenuta morsicatura contagiante e il momento in cui la malattia si manifesta con i suoi segni esteriori. In generale questo periodo nel cane varia , in media, da 15 a 60 giorni ma, benche' eccezionalmente, puo' essere piu' breve, di soli 8/10 giorni, oppure prolungarsi oltre la media fino a 8 mesi ed anche un anno.

Il germe della rabbia si coltiva nei centri nervosi (cervello e midollo spinale) e richiede del tempo prima di giungervi dal punto dove e' avvenuta l'inoculazione infettante. Senza dubbio, pero' sulla durata del  periodo di incubazione, influiscono altre circostanze quali la qualita' e il grado di virulenza del germe e la resistenza del soggetto all'infezione.

Finito il piu' o meno lungo periodo di incubazione, la rabbia si manifesta con sintomi variabili. Generalmente si distinguono la rabbia FURIOSA  e la rabbia MUTA O TRANQUILLA detta anche PARALITICA quantunque anche la furiosa finisca con la paralisi.

Viene colpito il sistema nervoso con progressiva paralisi; nella forma muta il cane assume un atteggiamento indifferente  e apatico con depressione del S.N.C. e paralisi della mandibola, delle corde vocali o di altri gruppi muscolari con conseguente scialorrea, afonia e incapacita' di deglutire e bere. Nella forma furiosa compare un primo periodo di estrema irrequietezza a cui segue uno stato ipereccitativo con salivazione abbondante e frequenti ululati. Alla fine compare una paralisi piu' estesa con morte dell'animale.

La rabbia, sempre mortale non comporta cure di sorta poiche', quando i sintomi si sono manifestati, non e' possibile arrestare in alcun modo il corso fatale della malattia. Del resto la nostra legislazione sanitaria, come quella di tutti i paesi del mondo, impone senz'altro l'uccisone degli animali idrofobi purche', pero', non abbiano morsicato persone.

Lo sviluppo della rabbia dopo la morsicatura infettante, traendo partito dal lungo periodo di incubazione della malattia, puo' essere impedito da un trattamento locale ed uno generale, il quale ultimo, di gran lunga piu' efficace consiste nella vaccinazione antirabbica.

La vaccinazione profilattica puo' essere risparmiata ai cani che vivono costantemente sotto la vigile sorveglianza del padrone e non girano per il mondo alla  maniera dei randagi.

 

 

TOSSE DEI CANILI

 

Si propaga molto rapidamente nei canili e nelle pensioni con elevata concentrazione di cani.

I sintomi sono laringo-tracheo-bronchite a decorso benigno con tosse.

Per la prevenzione viene praticato il vaccino specifico.

 

 

LEPTOSPIROSI

 

Le LEPTOSPIROSI dette anche SPIROCHETOSI comprendono malattie infettive dovute a particolari sottilissimi germi, le Leptospire, appartenenti all'ordine delle Spirochete.

Si conoscono parecchie forme di Leptospire responsabili di malattie nell'uomo e negli animali. Nel cane se ne distinguono due: la Leptospira Canicola e la Leptospira ictero-emorragica.

 La leptospira canicola determina una leptospirosi decorrente con il quadro di una grave gastro-enterite emorragica, ed e' chiamata tifo del cane o malattia di Stoccarda;  la leptospira ictero-emorragica e' la causa di una leptospirosi evolvente soprattutto sotto forma d'itterizia ed e' conosciuta con il nome di ittero infettivo o malattia di Weil.

Le due leptospire la canicola e la ictero emorragica sono morfologicamente identiche ma patologicamente differenziate, nel senso che, mentre l'ictero-emorragica infetta fortemente pure il ratto e la cavia, la canicola non si e' mai riscontrata nel ratto e poco nella cavia per cui e' da ritenersi speciale del cane.

Per la loro diffusione nel mondo e per la trasmissibilita' dell'uomo esse vanno assumendo un'importanza sempre maggiore nella medicina comparata, umana e veterinaria. Tuttavia in Italia le leptospirosi sono state osservate solo sporadicamente ed in poche provincie ma rappresentano sempre un'insidia da tenere in conto.

La trasmissione del contagio nell'uomo e negli animali si opera per via respiratoria per via digestiva o attraverso parti scoperte della pelle: pericoli di infezione comportano le deiezioni degli animali ammalati che imbrattino l'acqua di bevanda e gli alimenti.

Grande importanza agli effetti del contagio si attribuisce ai topi, considerati ospiti essenziali delle Leptospire. Parassiti nel corpo dei roditori, le leptosipere  vi possono dimorare senza provocare particolari fenomeni morbosi ma, poiche' si eliminano con le urine, e' necessario fare molta attenzione a non fare venire a contatto con tali sostanze i nostri cani.

Meno dannosa ma di piu' lunga durata e' la forma provocata dalla malattia di Stoccarda, detta anche "tifo del cane" o "gastroenterite emorragica" caratterizzata da manifestazioni febbrili e da altri fenomeni generali e particolari a carico soprattutto dell'apparato digerente, da disturbi psichici ecc. con decorso lungo ed esito generalmente favorevole.

La diagnosi delle leptospirosi non e' sempre facile e richiede esami di laboratorio  e neanche  la cura e' semplice.

 

 

PIROPLASMOSI  BABESIOSI

 

E' una malattia parassitaria causata da un protozoo del genere Babesia, un  protozoo intracellulare che provoca la distruzione dei globuli rossi del sangue dei mammiferi. Questi protozoi, una volta penetrati nei globuli rossi ne provocano la lisi e trovandosi liberi penetrano in altri globuli rossi continuando la distruzione delle emazie.

Se il sangue di un animale infetto viene ingerito da una zecca  di specie opportuna, i microorganismi detti   piroplasmi possono riprodursi e tramite la zecca stessa,infestare altri animali. Quindi la trasmissione di questa patologia avviene tramite le zecche.

I sintomi  principali che caratterizzano l'evoluzione della piroplasmosi sono l'anemia, l'itterizia e l'emoglobinuria ossia la comparsa nell'urina dell'emoglobina, sostanza essenziale dei globuli rossi distrutti dai piroplasmi.

Secondo l'evoluzione della malattia si distinguono una forma acuta assai grave e spesso mortale e una lenta o cronica che in generale termina con la guarigione.

 La piroplasmosi acuta si accusa con inappetenza, tristezza, segni di debolezza, accelerazione di respiro, pallore delle mucose (occhio, bocca) che in seguito divengono bluastre e giallastre (itterizia). L'itterizia non e' costante ed  e' di intensita' variabile. La febbre e' sempre alta e sorpassa i 40°C. ma dopo 2 o 3 giorni cade bruscamente al di sotto del normale. La sete e' viva e talvolta si manifestano vomiti violenti. I movimenti sono difficili, barcollanti finche' l'animale non puo' piu' stare in piedi per la comparsa di fenomeni paralitici. L'urina contiene fin dal principio albumina e poi emoglobina, per cui appare di color roseo o rosso piu' o meno carico. L'emoglobinuria puo' pero' anche mancare; la si trova in 2/3 circa dei casi. La morte, esito frequente, si ha in 3/10 giorni.

La piroplasmosi cronica e' caratterizzata da anemia grave, debolezza e a volte da un po' di itterizia o di emoglobinuria; ma questa manca spesso perche' la distruzione dei globuli rossi avviene con lentezza.

Guarisce quasi sempre dopo un periodo di 1-3 mesi.

Per riconoscere con sicurezza la piroplasmosi occorre l'esame microscopico del sangue, tuttavia il sospetto di essa e' giustificato quando si notano i sintomi sopra accennati soprattutto se sul corpo vengono rinvenute delle zecche.

La terapia con antibiotici e fluido terapia generalmente e' sufficiente per risolvere la patologia, solo nei casi piu' gravi e' necessario ricorrere a trasfusioni di sangue.

La piroplasmosi e' una malattia stagionale, tipica del periodo primaverile con l'arrivo delle nuove generazioni di zecche.

Non tutte le zecche sono portatrici di Babesia ma se il nostro boxer manifesta segni tipo anoressia, febbre e urine colorate, e meglio rivolgerci al piu' presto al nostro veterinario.

 

 

 
 


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